Nucara a Rimini: l'attuale collocazione del Pri decisa in varie assemblee/Punti comuni col Pdl: politica estera, abolizione delle Province, energia nucleare e Piano di Lisbona "Esigue minoranze non possono imporre le scelte nazionali" "Una parte di amici repubblicani romagnoli contesta l'aggregazione di cui il Pri fa parte in queste consultazioni elettorali. Naturalmente non si discute l'orientamento dei singoli ma l'impostazione che il gruppo dirigente del partito di Ravenna ha voluto sostenere fin dall'inizio della campagna elettorale. Un partito è tale se trova la sintesi di quelle che possono essere le varie posizioni politiche al suo interno. Diversamente è il caos o, per dirla più esplicitamente, un casino". Inizia così il suo appassionato discorso il segretario del Pri, Francesco Nucara, a Montefiore Conca (Rimini) alla presenza di numerosi repubblicani nel corso di una cena organizzata da Paolo Cipriani vicesindaco della cittadina con la presenza di consiglieri nazionali tra cui Bruno De Modena, il segretario regionale Valbonesi, il segretario provinciale di Forlì Biondi e di quello di Rimini, Barbiani. Alla riunione ha partecipato Filippo Berselli, candidato del Pdl al Senato. Proseguendo, Nucara ha ricordato che l'attuale collocazione del Pri discende dalle decisioni di ben quattro Congressi nazionali ed è stata ribadita nell'ultima Direzione Nazionale e nell'ultimo Consiglio nazionale con soli 4 voti contrari (tutti di Ravenna) su 154 componenti. Le decisioni congressuali vanno osservate, diversamente sarebbe meglio non fare i congressi. E Nucara ha ricordato le condizioni in cui si è trovato alle ultime elezioni comunali e provinciali di Ravenna, rammentando che "il successo del Pri in quella tornata elettorale fu dovuto all'impegno corale del Pri senza steccati di destra e di sinistra, ma di tutto il Pri". Non avremmo preteso tanto, ma un po' di buon gusto, sì. Si è letto su un'agenzia di stampa: "Non si sta con i figli dei fascisti"; per la verità non si dovrebbe stare nemmeno con i figli degli assassini di Marino Pascoli, altrimenti è ipocrita andare a commemorarlo. Non vogliamo fare polemiche e non ne sono state fatte, anche se ci sarà bisogno di un chiarimento definitivo. Venendo ai temi politici, Nucara ha ribadito: "Il Pri da sempre fin dal Risorgimento si è battuto contro le ideologie privilegiando la politica dei contenuti. A Ravenna si sta a sinistra perché programmaticamente i repubblicani ravennati hanno considerato un programma migliore dell'altro e lo hanno arricchito con i loro suggerimenti e/o emendamenti. La stessa cosa si è fatta negli accordi nazionali. Tanto per fare qualche esempio: siamo d'accordo con la politica estera delineata nel programma del Pdl, molto meno con quella del Pd; una battaglia storica impostata da Ugo La Malfa, quale l'abolizione delle province, è stata recepita dal programma del Pdl, così come l'altra battaglia storica l'energia nucleare - che troviamo nel programma berlusconiano. E c'è stato il Piano di Lisbona, preparato da un ministro repubblicano e fatto proprio dalla coalizione. Sulle infrastrutture vedi TAV e corridoi europei - siamo d'accordo. Non si capisce quindi se è più utile secondo i dirigenti repubblicani ravennati - stare con il campione della monnezza' Pecoraro Scanio, con il castrista Bianchi, con Amato che su un problema politico - schede elettorali si nasconde pavidamente dietro la burocrazia". In sostanza i repubblicani non desiderano un altro governo "tassa e spendi", ma un "governo detassa e sviluppa". E per finire non può un'esigua minoranza pretendere di gestire la politica nazionale del Pri. E, se lo pretendesse, semplicemente sbaglierebbe. Ps. Mentre andiamo in stampa riceviamo un comunicato di un fantomatico "Comitato di Liberazione Repubblicano romagnolo" dal titolo: "Quando una visita risulta sgradita". Vista la presenza di autorevoli dirigenti del Pri romagnolo a Montefiore Conca, tanto sgradita non doveva essere. Sul problema ritorneremo. |